LA NOSTRA STORIA
Il territorio di Lurate Caccivio si estende per 592 ettari sulla fascia collinare delle Prealpi comasche. Si trova a 330 m. sul livello del mare, sulla statale Briantea 342, a 10 km ad ovest di Como.
Il paese ha preso il nome dal fiume Lura che lo attraversa, ma fra gli studiosi di toponomastica non vi è unanimità di interpretazione su origine e significato del vocabolo. Il torrente, che nei documenti tardo medievali si trova citato come Lonezia fu sempre elemento rilevante per la comunità.
Tra le testimonianze più remote delle antiche popolazioni sono da segnalare i rinvenimenti di resti tombali databili al VI sec. a.C. rinvenuti al confine con Oltrona. La necropoli della Cascina Benedetta ha restituito tombe contenenti fittili ed attrezzi in ferro e bronzo del I sec. D.C. I reperti archeologici venuti alla luce in località Benedetta hanno evidenziato una necropoli romana con resti eterogenei databili tra il I e III – IV sec. D.C.
Il passaggio dal paganesimo alla nuova religione fu favorito dai soldati dell’esercito romano (Gervaso, Protaso, Felice, Nabore, Nazaro, Gelso, Vittore, Carpoforo). Dopo l’Editto di Teodosio (380) il cristianesimo divenne religione ufficiale dell’impero e S. Ambrogio, che diede un forte assetto organizzativo alla Chiesa, istituì la sede vescovile di Como nel 386 facendo entrare in piena luce storica il protovescovo Felice. Le invasioni barbariche non fermarono la diffusione del pensiero cristiano e l’organizzazione ecclesiastica. Essa si impiantò sull’assetto civile organizzato nei distretti dei pagi che accumunavano i diversi villaggi.
L’organizzazione dei primi nuclei cristiani diede origine alle pievi e quella di Appiano,
a cui Lurate apparteneva, è ritenuta tra le più antiche (V – VI sec.) della diocesi ambrosiana. Il dominio longobardo sul nostro territorio (569) non fermò il processo di cristianizzazione e tracce della loro presenza emergono dai toponimi dialettali.
La conversione dei longobardi al Cattolicesimo (VII sec.) favorì il sorgere di luoghi di culto su proprietà private, sui fondi agricoli dei proprietari longobardi o sui loro castelli. La carenza di fonti documentarie non consente certezze ma probabilmente intorno al Vili – IX sec. Lurate si dotò di un castum in un’area strategicamente importante.
Nelle immediate vicinanze sorse la chiesa di S. Martino che diventerà prima rettoria e poi parrocchia di tutto il territorio.
Lo studio del culto dei santi come fonte per la storia delle chiese rurali porta a ritenere che le più antiche intitolazioni a santi cavalieri come Martino, Giorgio e Michele siano di epoca longobarda.
In epoca imprecisata l’area fortificata di Castello divenne una grangia dei benedettini del monastero di S. Sempliciano a Milano. Col riordino territoriale carolingio Lurate entrò a far parte del Contado del Seprio (Vili sec.).
Dopo la pace tra Como e Milano del 1196 – 97 si passò dalla fase consolare a quella podestarile. Con un trattato del 1197 i consoli del Comune di Milano concedevano al console di Como Giovanni Rusca i 16 fuochi (famiglie) del luogo di Caccivio, che pertanto fu annesso civilmente alla diocesi di Como, mentre ecclesiasticamente rimaneva della diocesi milanese.
Questo perché già dal XII sec. la pieve, oltre a conservare il carattere originario di circoscrizione ecclesiastica, assunse anche quello di giurisdizione civile. La divisione del contado tra Como e Milano portò a quell’assetto territoriale che perdurerà fino alla fine del XVIII sec. Almeno dalla seconda metà del XII sec. i benedettini di S. Sempliciano possedevano sul nostro territorio vaste proprietà.
Preziose testimonianze della loro presenza tra XII e XIII sec. vengono offerte da una iscrizione lapidea del 1206, e dall’altorilievo rappresentante S. Michele oggi conservato nella chiesa di S. Martino.
Il castrum offrì sicuro rifugio all’arcivescovo di Milano Ottone Visconti nel 1276 dopo una sconfitta nella guerra con i Visconti per il predominio su Milano. Secondo il Casanova Lurate con Caccivio e Castello furono feudo del monastero di S. Sempliciano per concessione pontificia del XIV sec.
Negli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatte nel 1346 Lurate Abbate risulta inserito nella pieve di Appiano ed elencato tra le località cui spettava la manutenzione della strada da Bolà come el locho da Luyrago de l’Abà.
Nel documento, che riporta le località attraversate dal sistema viario, veniva fatto obbligo a ciascun locho di provvedere alla manutenzione della rispettiva strada per un certo tratto la cui lunghezza è misurata in braccia. A Lurate spettavano 122 braccia. Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 come nei successivi aggiornamenti fino al XVIII sec. Lurate Abbate risultò sempre compreso nella pieve di Appiano.
Nel 1577 fu istituita la nuova parrocchia di S. Maria del Sabbione a Caccivio. Nel Compartimento territoriale specificante le cassine del 1751 il nostro luogo comprendeva i cassinaggi di Castello, Monte, Benedetta e Malpaga.
Dalle risposte ai 45 quesiti del 1751 si evince che il Comune era sempre infeudato all’Abate e ai monaci di S. Sempliciano, al quale la comunità non versava alcun tributo e contava circa 351 anime (escluso Caccivio). L’Amministrazione del patrimonio pubblico spettava al console, a 2 sindaci e al primo degli estimati che si avvalevano di un cancelliere retribuito con un salario annuo.
Il Comune risultava sotto giurisdizione di un podestà feudale salariato annualmente. Il console doveva prestare giuramento alla banca criminale del vicariato del Seprio di Gallarate. Nell’ indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano (1753) è inserito nella pieve di Appiano e unito al Comune di Caccivio con la denominazione di Lurate Abbate con Caccivio appartenente al ducato di Milano.
Nel 1771 il Comune contava 1165 abitanti di cui 402 in Lurate Abbate e 763 in Caccivio. Con la suddivisione della Lombardia austriaca (1786) venne inserito nella provincia di Gallarate e col nuovo compartimento territoriale del 1791 incluso nel XXXI Distretto Censuario della provincia di Milano.
Dopo la divisione del territorio in dipartimenti prevista dalla costituzione della Repubblica Cisalpina il Comune venne inserito del Dipartimento del Verbano distretto di Appiano (1798), e in seguito incluso nel Dipartimento dell’Olona Distretto XX di Appiano.
Con la legge di rettifica del 5 febbraio del 1799 il Comune fu poi spostato nel Distretto XXI di Olgiate Comasco e con la legge del 13 maggio del 1801 inserito nel Distretto II di Varese, venendo a far parte del ricostituito Dipartimento del Lario.
Dopo la riorganizzazione del Dipartimento previsto dalla Legge di riordino della autorità amministrative (1802) e resa esecutiva durante il Regno d’Italia, Lurate con Caccivio fu prima collocato nel Distretto XXXI ex milanese di Appiano (classificato Comune di III classe) e successivamente nel Distretto I di Como, Cantone VI di Appiano.
La popolazione del 1805 era di 1161 abitanti.
L’intervento di concentrazione disposto per i comuni di II e III classe (1807) vide l’aggregazione di Lurate Abbate ed uniti al Comune di Appiano, che fu inserito nel Distretto I di Como, Cantone VI di Appiano. Prima di tale aggregazione contava 1035 abitanti. Nella nuova compartimentazione del Regno Lombardo Veneto (1816) fu incluso nella Provincia di Como, Distretto II di Como e nuovamente confermato nel compartimento delle province lombarde del 1844.
Col compartimento territoriale della Lombardia (1853) Lurate Abbate con Caccivio risultò sempre essere compreso nella Provincia di Como, Distretto II di Como con una popolazione di 2531 abitanti.
Dopo l’unità d’Italia, nel 1861 fu eletto come primo sindaco il nobile Cesare Cagnola.
Tra XVIII e XIX sec. si ebbero le grandi trasformazioni del territorio che vide sorgere la storica industria Roncoroni.
La nuova parrocchia di S. Luigi fu istituita nel 1885.
La linea ferroviaria Como Varese arrivò nel 1886 mentre nel 1893 la ditta Stucchi diventerà la maggiore realtà industriale locale.
Col XX sec. si ebbe la profonda modernizzazione del paese: linea telefonica (1899), illuminazione pubblica (1903), tram (1908), scuole elementari (1913 – 14).
Su richiesta del Podestà il nome del Comune da Lurate Abbate venne mutato in Lurate Caccivio nel 1927.
Il dopoguerra portò ad una grande floridezza economica. Sorsero numerose realtà imprenditoriali ed industriali nei più diversi settori di produzione del terziario. Crebbe anche l’associazionismo con variegate iniziative nel settore sportivo, volontariato, assistenza, cultura (CRI, Ancora, Pro Loco, Biblioteca, Militari in congedo).
La popolazione attuale è di poco inferiore ai 10.000 abitanti.
A cura di Amanzio Cerasa, storico.
Tratto da “Comune di Lurate Caccivio – Bilancio di Fine Mandato – Luglio 2008”